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…O LA AMI O LA ODI…!

…Questa è la caccia….non vi è una via di mezzo, non puoi semplicemente guardarla, devi VIVERLA…Che sia di appostamento, in forma vagante, in squadra, da capanno, di selezione, è sempre LEI la nostra beneamata, colei che ci fa anche solo per poche ore dimenticare tutto e tutti, facendoci immergere a tratti in una natura forse d’altri tempi e in una sorta di pace dei sensi, dove vagando per il bosco ritroviamo noi stessi.
Mi preme in questa sede specificare che tutte le fotografie ed i video che andremo ad inserire nel blog, dovranno essere autentici, come la nostra passione, senza andare a prendere le migliaia di giga in giro già su internet, create da professionisti del settore, cercando di creare uno spazio genuino fatto da noi cacciatori. Stessa cosa vale per i testi, le descrizioni, i racconti di caccia, le ricette, le nostre opinioni, che chiaramente, per chi lo volesse, potranno essere supportati da materiale ricercato in rete, ma in maniera sempre e comunque misurata e consapevole e soprattutto, specificandone sempre le fonti.

In vagante

Questa forma di caccia è forse quella più antica ed allo stesso tempo più dinamica e “libera” di tutte. In solitaria, o con l’aiuto del nostro fedele compagno a quattro zampe, per ore possiamo perderci nella natura più o meno incontaminata e lasciarci alle spalle affanni, stress e seccature della vita moderna.

Questa è sicuramente la declinazione venatoria più utilizzata da noi cacciatori, la più atavica, quella che per la maggior parte di noi, quasi 680 mila dati Istat alla mano del 2015 (ricordo che nel 1980 eravamo il doppio), viene praticata.

A capanno

Non è sempre vero, il luogo comune per il quale questa esperienza di caccia si accosterebbe alla fascia di cacciatori di età più avanzata. Sicuramente per la sua staticità rispetto alla vagante o ad altre forme è certamente meno impegnativa dal punto di vista fisico, ma certo non di meno è appassionante e fascinosa. In più, per una buona riuscita in termini di carniere, necessita di molta esperienza nel predisporre il capanno al meglio e attrezzarlo di un ambiente si,”artefatto”, ma che deve risultare il più naturale possibile per attirare i nostri amici volatili.

A proposito di questo, il capannista si può avvalere di uccelli, della stessa specie cacciata, chiamati richiami, che appunto dovranno attirare i loro simili e portarli verso l’appostamento.

Nel chiaro

Romantica, come può essere una calata al chiaro, vi sono poche altre forme di Caccia. Ed è proprio in quei 20 minuti, tra il giorno e la notte, che si può ancora praticare quest’arte venatoria ed è in questi pochi attimi che gli anatidi, innato forse in loro, si spostano dai luoghi di rifugio e iniziano a volare in altre vicine acque per nutrirsi. Anche all’alba poi rifaranno lo stesso, per tornare nei luoghi dove passeranno il giorno, ma comunque sia è al tramonto che questa Caccia si trasforma in pura poesia, aspettando un batter d’ali e un tonfo nelle acque placide.

In Forma Selettiva

Appassionante, meticolosa, organizzata; ecco alcuni aggettivi che possono raccontare la Caccia di Selezione. Praticata per lungo corso dell’anno, ti abilita all’abbattimento di capi “scelti” ed assegnati in base ad un censimento fatto dai selettori stessi e poi inserito in piani di controllo per constatare quanti selvatici abbattere, al fine di migliorare ed assicurare prosperità all’ecosistema.

Dai Cinghiali, ai Caprioli, dai Daini ai Mufloni non dimenticando il maestoso Cervo, questi sono i capi che si possono cacciare in Italia attraverso lo Caccia in Forma Selettiva.

A Cinghiale in forma Collettiva

Che si tratti di “braccata” o “girata”, si caratterizza e differenzia allo stesso tempo dall'”aspetto” o “cerca” (selezione), per la sua componente numerica di cacciatori, che in gruppo, organizzati e coadiuvati dal capo battuta, che è direttamente responsabile, circoscrivono una zona ben precisa e ben segnalata, per stanare i cinghiali che ivi si trovano. Questa tecnica di prelievo dovrà essere il risultato di un perfetto equilibrio tra conoscenza del territorio, padronanza della muta dei cani ed efficacia delle poste.

Per dovere di cronaca sono ad oggi, dalle ultime stime prodotte, oltre un milione e duecento mila i cinghiali sul suolo italiano, ed i cacciatori che praticano questa caccia non arriverebbero invece a 200 mila.

In battuta alle Specie dannose

Questa forma di Caccia è il sunto perfetto della collaborazione tra Cacciatori da un lato ed Istituzioni dall’altro, poiché i tiratori abilitati sono chiamati solo dove urge il bisogno e quando lo decidono le delibere provinciali, in seguito, solitamente, alle richieste di danni dei coltivatori diretti o privati cittadini o per preservare l’equilibrio della fauna di un determinato territorio.

Oltre ai Cinghiali quindi (specie che provoca il maggior numero di richieste di danni), dove la Caccia, invero, è normalmente molto presente (Selezione, Caccia in forma Collettiva), vi sono altre specie di animali quali ad esempio la volpe, che normalmente non si potrebbe cacciare, ma quando i danni diventano ingenti c’è bisogno dell’intervento di un gruppo scelto di cacciatori abilitati per diminuirne il numero. Stesso discorso può essere fatto anche ad esempio per i Corvi, le Cornacchie, le Nutrie ecc., insomma tutti quegli animali che in soprannumero potrebbero creare danni alle varie economie di settore ed all’ecosistema stesso.

Spiegare il gusto della caccia a uno che ne è nato privo, è come spiegare il colore a un cieco.

Wilbur Smith
2020-09-20T00:00:00

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